Don Raffaele

Se è sbagliato dire che la banca, grosso modo come oggi la conosciamo, è nata in Italia credo invece si possa dire che la figura del banchiere sia nata nel nostro paese. Anzi, questa figura ha potentemente influenzato le vicende storiche italiane basti pensare a figure come Agostino Chigi ed Enrico Cuccia passando per Lorenzo de Medici.

Sicuramente nel secolo scorso il più importante è quello che Le Monde ha definito come: “Le plus grand banquier italien dépuis Laurent de Medici” ovvero Raffaele Mattioli, deus ex Machina della Banca Commerciale Italiana.

La figura di Mattioli è senza dubbio controversa, o amato o odiato. Se usassimo un linguaggio politicamente corretto diremmo: “Una personalità complessa che divide nel giudizio“. Infatti riusciva ad intrattenere rapporti sia con Mussolini che con Togliatti. Incredibile che, secondo molti storici, fu tra i redattori del “Manifesto del Partito d’Azione” ma contemporaneamente brigava per salvare la famiglia Savoia. La scaltrezza si sa, è la prima virtù dei banchieri.

A suo merito, se vogliamo dare un giudizio ponderato, credo sia giusto tener conto del fatto che senza il suo interessamento ben difficilmente i quaderni di Antonio Gramsci sarebbero arrivati fino a noi. Per non parlare dell’aiuto finanziario dato ad Emilio Gadda in un periodo di sue gravi ristrettezze economiche.

Il motivo per cui vi parlo di questa figura è però molto attuale. Attualissimo. Infatti, sua moglie era Lucia Monti, sorella di Giovanni. Quest’ultimo era il padre dell’attuale Capo del Governo. No, non vi preoccupate non voglio fare la sparata sul familismo amorale, non  credo sia questo il caso.

Credo però che, al di là delle futili agiografie presentateci dai giornali mainstream e delle sterili polemiche di chi è contro Monti per partito preso, questo fatto può aiutarci a comprendere meglio il personaggio. Mario Monti ha appreso la scaltrezza del suo illustre zio? Io credo di si e fossi al posto di Alfano, Bersani e Casini sarei molto preoccupato.