Lo scudo inesistente

Quali sono i risultati del vertice europeo di ieri? La situazione è finalmente sotto controllo come da stamani i giornali e i mass media vogliono farci credere?  La risposta è no. Tutto è rimasto come prima e la tempresta, una volta che il rumore di fondo della macchina della manipolazione mediatica sarà sopito, ritornerà più potente di prima. 

Innanzitutto bisogna ricapitolare alcuni concetti secondo me fondamentali:

1) La crisi dell’Euro non è la crisi economica ma una conseguenza di questa. Euro o non Euro la crisi è destinata a continuare fino a quando tutto il capitale in eccesso (quello che non è in grado di produrre profitti) non sarà distrutto. Già il vecchio (anagraficamente vecchio, le sue idee sono freschissime!)  Marx aveva capito benissimo che alla base delle grandi crisi economiche  vi è l’assenza di un tasso di profitto ritenuto idoneo che porta il capitale a non essere investito ma a ristagnare in forma monetaria e dunque tesaurizzato, finanziarizzato e usato a fini speculativi;

2) Alla base della crisi dell’area euro vi è il peccato orginale di aver costruito una moneta unica in un area monetaria non omogenea, con tutte le conseguenza del caso così come descritte già negli anni 60 da Robert Mundell. Infatti, il nodo della questione è il differenziale tra i tassi di inflazione dei paesi del nord Europa e quelli del Mediterraneo. Differenziale che distrugge la competitività dei paesi con inflazione più alta e che crea uno squilibrio nella bilancia dei pagamenti tra paesi in surplus (perchè competitivi grazie a costi di produzione più bassi) e paesi in deficit (perchè meno competitivi). Per quanto riguarda questo punto rimando. per un approfondimento al bellissimo blog goofynomics del Professor Alberto Bagnai e agli altrettanto importanti scritti di Vladimiro Giacché pubblicati generalmente su “il Fatto Quotidiano“.

Andando ai provvedimenti presi nel corso del vertice europeo, questi sono i risultati ottenuti e la loro portata reale:

1) 120 miliardi per stimolare la crescita nei paesi dell’UE. Oggettivamente una bazzeccola: solo nelle borse europee questa cifra viene bruciata in un paio di sedute negative ma non di panico. In sostanza si vuole evitare di bagnarsi all’arrivo di uno tzunami semplicemente aprendo un ombrellino. Ardua impresa.

2) Viene costituito il famoso “scudo anti spread” ovvero la possibilità di acquistare bond sovrani dei paesi in difficoltà con il “fondo salva stati“. Una pia illusione. Innanzitutto abbiamo l’evidenza empirica che non funziona: già la Banca Centrale Europea fino a qualche mese fa utilizzava il  Securities Market Programme per calmierare gli spread tra titoli di stato. Il risultato ottenuto è stato nullo sebbene le risorse impiegate siano state considerevoli  (213,5 miliardi di euro ). Non si capisce perchè in questo caso dovrebbe funzionare visto che oltretutto la situazione si è enormemente aggravata. Inoltre questo strumento non sarà immediatamente operativo: già i tedeschi vogliono che l’utilizzo del fondo “salva stati” al fine di calmierare gli spread, sia vincolato alla firma di un Memorandum of Undestanding e alla vigilanza, sulla sua applicazione, della tanto temuta Trojka (UE, BCE, FMI). Sappiamo bene inoltre quali siano le linee guida della Trojka: quelle codificate nel Washington Consensus che hanno precipitato la Grecia in una crisi senza vie di uscita.

Alla luce di tutto questo non pare azzardato dire che il vertice europeo è stato un fiasco talmente enorme che probabilmente verrà ricordato dagli storici come l’inizio della fine. Credo che Mario Monti queste cose le capisca benissimo, infatti, pare si appresti a convocare il Consiglio dei Ministri per approvare le misure studiate nella cosiddetta spending review. Gli Shylock del mercato pretendono un’altra libbra di carne.

PS

Una considerazione a margine, a dimostrazione che la crisi dell’euro non è all’origine della crisi economica ma una sua consenguenza. Si rincorrono voci che le perdite sui derivati della banca americana JPMorgan siano arrivate a ben 9 miliardi di euro. A buon intenditor…